giovedì 2 gennaio 2014

"Auguri" e " Avventura con propositi"

  • Auguri di buon 2014.
Arrivo in ritardo sulle pagine di questo blog per celebrare il nuovo anno, ma farò subito ammenda ricordando che, perso per perso, almeno in altri luoghi mi sono ricordato di farvi - a modo mio - gli auguri per la fine del vecchio e l'inizio del nuovo, vale a dire sulle pagine del blog Ululati Solitari (vedi QUI, l'articolo "Spirito dei tempi" in luoghi oscuri) che, lentamente, sta risorgendo dal suo oblio. Sarà l'aria del nuovo anno che (i)spira.
Comunque sia vi auguro un felicissimo 2014. Pieno di pace, di gioia, felicità, di amore, di donne o di uomini e/o di ambedue.


  • Ma adesso passiamo all'"Avventura con propositi".
La mia notte silvestrense è stata, invero, molto movimentata, già dalla partenza sul filo di lana dalla stazione centrale di Augsburg, direzione Monaco di Baviera. Quindici (Funfzehn) ragazzi, ERASMUS e non, con birre in tasca e Bayern Ticket alla mano. Viaggio segnato dalle soliote stazioni che conosco ormai a memoria, da Augsburg Haunstetanstraße ad Augsburg Hochzoll, per toccare Kissing e Mering, per poi incominciare a sentire la puzza di München solo a Pasing. Nächster Stazione München Hauptbahnhof.
Si arriva a Monaco carichi di prospettive, all'arrembaggio, senza un programma, dopo 40 minuti trascorsi accanto a due bionde bavaresi che, non si sa bene la ragione, hanno incominciato il viaggio parlano degli affitti della costosissima Monaco, per approdare, qualche minuto prima del capolinea, ad una fitta discussione sui profumi.
Approdati alla stazione si opta di sperimentare la U-Bahn monachense ma, dopo un infruttuoso saliscendi sulle varie scale mobili, optiamo per fare a piedi quelle due fermate che ci separano dal nostro obiettivo: Marienplatz.
In prossimità del traguardo, che si rivelerà essere solo una tappa, rimango stupito dal notare cosa sia, per me il capodanno di monaco. Una sorta di ritrovo di italiani. Già nella suddetta piazza si rimane sbigottiti dall'ingente afflusso di italiani che parlando tra loro si dirigono verso varie mete. Una fiumana di italiani lambisce Monaco e la attraversa, costante e uguale, in ogni zona della città.
La nostra prima tappa è il cibo; ci si divide in gruppi, in base alle preferenze culinarie per darsi appuntamento un'ora dopo davanti al luogo di ritrovo prestabilito. Opto per il gruppo diretto alla catena KFC che scopro, sul posto, essere specializzata nella vendita di pollame di varia natura, fritto e condito. Pessima scelta per un vegetariano. Ma riesco a sopravvivere cavandomela con insalata e patatine; a SOLI 7€ e spicci.
Dopo cena e la riunione con gli altri ragazzi, si parte alla volta di un pub qualsiasi, come preriscaldamento. Ha inizio l'Odissea.
Subito, all'istante, ancora una volta, rimango colpito dall'ingente mole di italiani che affollano le strade. Fuori da alcuni pub la fila è segnata da un'interminabile coda di italiani, vari gruppi, incontratisi per caso proprio a Monaco. Il culmine però non posso che registrarlo all'interno della nota birreria bavarese l'HB. Il locale è strapieno, intasato come non mai, gonfio di persone che tracannano birra da boccali con una capienza da un litro e mangiano bavarese; Bratwurst e Spätzle la fanno da padroni; e, qua, ancora una volta: italiani. 4/5 del maestoso birrificio situato nel cuore di Monaco di Baviera è carico di italiani. E fuori idem. Italiani ovunque, in gruppi più o meno grandi, caratterizzati dalle più varie parlate regionali.
Dopo aver cestinato altre mete nella zona adiacente la centralissima Marienpltz decidiamo di tentare la sorte dirigendosi verso la zona adibita, nel mese di ottobre, all'Oktoberfest. Nella manovra di avvicinamento, dal centro alla stazione, ad ogni incrocio, fuori da ogni locale, nelle vicinanze di ogni bar e, alla meta: italiani.
Sulla via del ritorno, poiché nel piazzale del festival campeggiano ovunque gli odiati cartelli con scritto ausverkauft, sold out, tutto esaurito, ancora una volta, attraverso la metropolitana, sono circondato da un costante flusso di italiani.
Giunti all'Hauptbahnhof alle 22.55 decidiamo di imbarcarci sul treno dell 23.01, direzione Augsburg. Monaco ci ha rifiutati.
Il viaggio di ritorno è fatto di pensieri. Sono soddisfatto, benché stanco, di aver visto, ancora una volta, Monaco ma qualcosa mi solletica il cervello. Poco prima di arrivare giusto in tempo per la mezzanotte alla ben nota Rathausplatz, ad Augsburg, a casa, dove la presenza di italiani c'è ma è molto meno pervasiva e soprattutto armonizzata con l'ambiente tedesco, mi rendo conto di cosa mi stuzzicava la mente in quel viaggio di ritorno.
Sono rimasto impressionato dalla fiumana di italiani a Monaco, io che già a Norimberga e in tutte le località tedesche che ho visitato, ivi compresa la stessa Monaco, ho potuto già toccare con mano il gran numero di italiani che si muovono, per varie ragioni, verso e attraverso le città tedesche. Non sono riuscito a non stupirmi dell'ingente fenomeno che ha colpito la Germania in questi giorni.
Rimango tuttora sorpreso da quanti italiani, me compreso, per certe ragioni, hanno preferito la Germania all'Italia in questo periodo.
Già da subito non posso che constatare come la Germania, specialmente la Baviera, sia riuscita a cavalcare l'onda di una risorsa inesauribile come quella del turismo nel periodo invernale, un turismo che l'ha arricchita già un mese prima di Natale con l'apertura dei suoi tipici Weichnachtsmarkt, che hanno registrato un afflusso, in primo luogo ancora di italiani, incredibile. Italiani che hanno preferito passare e spendere le proprie vacanze in Germania, quando, come tutti gli anni, si parlava del calo delle mete estere in temi di viaggi nel periodo di Natale, per un turismo che ha saputo tenere testa alla sfida e offrire, il meglio dei prodotti tipici della regione, valorizzando la storia e la tradizione che sottendono gli stessi, senza scordare la prospettiva culturale che è un forte elemento trainante.
Mi ha sorpreso vedere come la Germania non sia vista solo come terreno per un futuro migliore, una spiaggia in cui approdare alla ricerca di un lavoro migliore, magari in quell'industria che da decenni si alimenta grazie al flusso di decine di migliaia di operai italiani che fuggono dalla penisola; la mia sorpresa è nata dal fatto che, accanto a scelte per motivi di studio o di mobilità, molti italiani vedono la Germania come un luogo affascinante, come una meta turistica. Un po' come molti tedeschi fanno con l'italia in special modo nel periodo estivo.
Forse, un proposito italiano per il nuovo anno sarebbe quello di ridare, perlomeno, lustro e vigore al settore del turismo, da troppo tempo lasciato a sé stesso, in balia di un mercato passivo e passivizzante, preda di una corrosiva inerzia interna, da cui si salvano ben poche proposte culturali tipiche, vittime del più totale disinteresse.

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