Sotto pile di libri (in realtà due miseri saggi di Pasolini, niente di più, presi più per sfizio che per necessità) e il computer che fatica a connettersi alla rete dell'università e, ancora peggio, per cercare di fargli pescare delle informazioni utili dall'OPAC; svolgo così il mio lavoro.
In programma c'è solo una pausa per il pranzo e per il tè.
Ancora una saliscendi sino alla torre più alta della biblioteca dove ho lasciato incustoditi libri e appunti.
Si stacca verso le sei meno un quarto. Vado a trovare la mia tutor per cena, e ci sono degli amici tedeschi.
E c'è vino. Rosso.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjas6Qgh4DP-yWMAAD4II_cWm15cFHjcnSte0qQtUDBzWFyBk_-54bdTdnLdnhkFAV4TocyHOm-LJ6Jk2ffssRyWFM3qosRr3OjrkJqzwFF_gBYatDPb4_sM-nuQ_5O5OMqTZbntZUp4zE2/s1600/2014-02-11+11.14.17.jpg)
Fatto sta che tornando a casa, verso le due di notte, non puoi che sorprenderti nel trovare sulla tua scrivania un asciugamano rosa.
Adesso, non che voglia deviare dal fatto di aver bevuto qualcosa in precedenza, ma, si ponderi questa ipotesi, non è possibile che i Leprechaun, invece, non abbiano separato i bianchi dai colorati?
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