giovedì 7 novembre 2013

Su un cesso così ci mangerei

Antipasto, primo, secondo (e contorno) e dolce. Ci gradirei anche un frutto di stagione.



Un cesso lindo e pinto, lucido, sfavillante e brillante; profumato, pulito ed igienizzato.
Un monumento alla nobile arte del rito più antico e liberatorio del mondo. La salvezza degli stretti e angusti vicoli, sottratti pratica della "jettatura", in un vaso di ceramica con sedile in plastica. Un monumento. Anzi meglio: un'opera d'arte.
Pietro Manzoni la fece -le feci- in barattolo per non sporcare quest'altra meravigliosa opera d'arte custodita in uno stato di preservazione a dir poco impressionante.
Ma più che l'oggetto in sé, tornando un attimo fare i seri, stupisce la pulizia di questo dato oggetto, per di più se si considera che la foto è stata scattata in un tardo pomeriggio.
Un monumento che, da solo, è capace di far spolverare il sintagma "servizi-igienici", scostandolo da quella spessa coltre di vaghezza e di indeterminazione in cui da tempo era sopito.

Aggiungo solo che è il cesso di un'università, e che si trova proprio sotto la mensa.

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