mercoledì 5 febbraio 2014

"Study hard" no grazie

Meno 25 giorni al rientro, mentre scrivo.

Oggi ho speso parte della mia mattinata per riaccompagnare la mia ragazza all'aeroporto (Flughafen) di Monaco. Non ci si abitua mai alle partenze, ai saluti; sono peggio delle distanze invalicabili; ti fanno contare il tempo a ritroso rendendo più impellente il bisogno di fissare una scadenza, una fine che sia collimante con un nuovo inizio. O continuo, se si vuole.

A rendere più pressante il bisogno di fuga, di evasione, dopo aver assaporato le stille di una vecchia nostalgia, si mettono in mezzo gli impellenti obblighi, i doveri che soprassiedono ogni altro svago e libertà. Il mio motivo di questa permanenza in Germania; una delle prove finali che devo affrontare.

Domani ho il mio esame di tedesco: il Kompakturs.
Tornato a casa mi sono fatto una scorpacciata di grammatica, di esempi, di lessico e regole sintattiche; di declinazioni e di paradigmi. Domani si andrà in scena; si va a ballare con il diavolo per intascarsi 6 ects così maledettamente sudati, con tutte quelle presenze del mercoledì mattina alle 8 da metà ottobre sino ad oggi - o meglio: domani.

Ma ora sono stanco. Ho un peso dentro, almeno un poco alleggerito, discioltosi in un fiume di tante altre piccole gioie e moti d'animo. Al di la del bene e del male; nonostante un timore ed una beneplacita insicurezza; posso interrompere quello che gli studenti definiscono, all'inglese, "study hard" per andare a coricarmi.
In quello spazio personale, ora, così tremendamente grande.

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