Partivo senza capire
dove mai andassi a finire.
(Nebbia; Giorgio Caproni)
Una domenica pomeriggio in centro, di quelle surreali domeniche bavaresi, o tedesche in genere, fatte di quiete, di calma. Surreli in quanto sottratte allo scorrere del tempo.
Non posso che riandare alla memoria a quando sono arrivato in Germania, in una mattina nebbiosa, in questa stessa piazza, la piazza del municipio (Rathausplatz), allora ingombra per via di alcuni lavori.
Non posso che riandare alla memoria a quando sono arrivato in Germania, in una mattina nebbiosa, in questa stessa piazza, la piazza del municipio (Rathausplatz), allora ingombra per via di alcuni lavori.
Oggi la rivedo sgombra, dopo averla vista miriadi di altre volte, dopo il city rally organizzato dall'ESN dell'università di Augsburg, con tutti gli altri ERASMUS, quando arrivammo sin dentro la Goldener Saal; dopo il mese prenatalizio, ingombra di addobbi e dei ben noti Weichnachtsmarkt; dopo centinaia di altre occasioni, per semplici visite, per semplici passeggiate, per semplici sabati sera con gli amici; la rivedo ora, ancora una volta, avvolta nella nebbia.
Mi domando, circa quaranta giorni prima del mio previsto rientro in Italia, prima delle ultime prove da sostenere qui in Germania, cosa resterà di questa esperienza, cosa sarà di questi luoghi che hanno costruito un insieme di valori nel mio cuore, di legami che si sono stretti con altre persone, di pensieri, di determinazioni e di illusioni.
La nostalgia di casa mia avvolge. Qualcosa mi manca. Eppure...
La nostalgia di casa mia avvolge. Qualcosa mi manca. Eppure...
Come Caproni sono partito senza capire, senza rendermi conto di che cosa avevo paura mentre ora, il timore, è quello del ritorno, di completare il corso di una marea che si infrange sulla costa ma che, dopo la prima ondata, non ha abbastanza forza per riportare indietro ciò che ha ingoiato.
Partivo senza sapere cosa aspettarmi e, adesso, stò pensando al ritorno; senza sapere cosa ci sarà ad attendermi.
Una nostalgia uguale e contraria mi spinge nella nebbia, dove tutto muta, scorre, cambia, avvolto nella fumosa iridescenza di qualcosa che non può essere determinato; dove si teme, allora, viceversa, ciò che si ritroverà uguale e intatto, come lo si aveva lasciato, mentre il ricordo di questi pochi mesi sfumerà, avvolto in un'altra coltre fumosa.
Ma in fondo, fa tutto parte dello stesso gioco, della stessa esperienza.
Una nostalgia uguale e contraria mi spinge nella nebbia, dove tutto muta, scorre, cambia, avvolto nella fumosa iridescenza di qualcosa che non può essere determinato; dove si teme, allora, viceversa, ciò che si ritroverà uguale e intatto, come lo si aveva lasciato, mentre il ricordo di questi pochi mesi sfumerà, avvolto in un'altra coltre fumosa.
Ma in fondo, fa tutto parte dello stesso gioco, della stessa esperienza.
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