Oggi ho avuto lezione di tedesco, Kompaktkurs, per la precisione, come tutti i mercoledì mattina dalle 8.15 alle 11.30.
A lezione abbiamo affrontato molti temi, discusso attorno a molti quesiti di ordine quotidiano, niente di storico, ostico o trascendentale, come il verbo teutonico fa subito pensare; dato che, sembrerà strano ai più, ma in Germania, non sono esistiti solo Hitler e la Merkel, storia e politica, e qualcosa come Gigakilogrammi di filosofi.
Abbiamo parlato del più e del meno seguendo i temi del nostro libro di testo e le ultime questioni grammaticali affrontate nel corso delle lezioni del corso e, idea della professoressa L.C., nella seconda parte della lezione abbiamo aperto una piccola discussione attorno al tema dei trasporti, privati e pubblici, che si possono usare, e dei motivi che ci spingono a sceglierli (vorteile o nachteile?).
Parlando del più e del meno, comparando se sia meglio usare una macchina o un tram -nella ridente cittadina di Augsburg- è venuto fuori anche il tema della sicurezza e, specularmente, da parte di alcuni studenti, della "zelante grinta" che taluni automobilisti tedeschi imprimono al loro modo di condurre il veicolo.
La professoressa, tedesca di adozione, ha fatto intuire la sua convinzione del corretto comportamento dei tedeschi sovente impegnati nel rispetto del codice stradale.
Sentendo queste parole non ho potuto non far notare come, molti tedeschi, al pari di qualsiasi essere bipede, dotato anche di due mani -una per tenere il volante, una per cambiare le marce- da quello che ho visto, hanno una certa passione per la velocità e per il sottile stizzimento che provano quando, taluni pedoni, osano interrompere la loro marcia. Come in quasi tutto il resto del mondo.
Interviene uno studente proveniente dalla Polonia a suffragare la mia teoria narrando alla classe un evento che gli è accaduto durante i primi giorni del suo soggiorno ad Augsburg.
Attraversando la strada con una sua amica un automobilista questa coppia ha inavvertitamente costretto un automobilista a rallentare; questi, evidentemente stizzito da tale contrattempo, non ha mancato di far vanto di un certa cavalleria indirizzando verso l'amica di questo mio compagno un chiarissimo "Schlampe".
Alla parola "Schlampe" aggrotto le sopracciglia. La professoressa rimane impassibile.
Finito il puntuale resoconto del mio compagno, la professoressa può aprire la sua parentesi di cultura.
La parentesi di cultura altro non è che un modo per dire come, in Germania, Schlampe sia una parola molto poco bella da usare verso una ragazza. La professoressa parla di questa parola, del suo essere Böse (cattiva), senza appello, condannandola quasi, con un certo tono pacato, materno, pregno di un vivo amore verso il decoro e il rispetto della femminilità, raccomandandosi vivamente di non proferirla mai ad una ragazza, in quanto, non manca di ripeterlo più e più volte, si tratta di un insulto molto grave.
Un interessante resoconto di cultura, lo ammetto, ma io dico: devo esserci venuto in Germania a sentirmi dire che ad una ragazza non piace sentirsi chiamare "troia"?!
ahahahahah sei un grande MATTIA!!! :) haahhahahahha :)
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