È arrivato il giorno. Contro ogni solipsistico pronostico questa mattina mi sono destato. Accompagnato da un rinnovato vigore e da una crescente emozione sono sceso dal letto e sono andato a salutare, per l'ultima volta i servizi igienici comuni del mio studentato.
Addio water di ceramica; un saluto a te che mia hai insegnato la tecnica shaolin della lievitazione pro defecazione;
Addio doccia, misteriosa incrostazione calcarea perenne. Un abbraccio a te che mi hai fatto benedire quel lontano 28 settembre 2013, in cui decisi, sorprendendomi, di mettere delle infradito in valigia.
Addio mattonelle grigie. A mai più rivederci, spero.
Dopo i convenevoli, scopro che un messaggio nel mio Handy (cellulare) attende solo di essere letto.
A.W., il ragazzo con cui ho siglato il contratto, mi conferma che ci vedremo oggi verso le 12.30. L'attesa è lunga; la voglia di studiare è poca; mi metto dunque a spulciare i vari blog che seguo.
Inaspettatamente, verso le 11.30, A.W. mi chiama per dirmi di andare a trovarlo un po prima per prendere la chiave, poiché lui è in partenza. Lasciando la valigia sfatta mi catapulto, senza il mio bagaglio da catafalco, verso la magione presso cui sto per domiciliarmi.
Arrivando rigorosamente in ritardo -cosa pretendete?! anche in Germania il primo novembre è Freitag!- A.W. mi accoglie molto gentilmente informandomi che alla fine partirà nel pomeriggio.
Ricevo le chiavi e dopo averlo salutato, ripercorro la strada al contrario domandandomi tra me e me perché ma abbia corso fin la.
La domanda è solo retorica: avere la chiave in tasca, a scapito della corsa, è il più bel regalo che questo inizio novembre avrebbe potuto farmi.
ps. sono talmente felice che ho deciso di giustificare questo post
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