Come un film horror in cui muoiono tutti |
Avete presente la passata? Bene. Questo tomaten non ha nulla a che vedere con la passata. In dispensa ho due bottiglie di vetro di passata italiana che mi ha portato su la mia ragazza, grazia all'intervento divino di mia madre ma, prima di aprirle, devo finire questa cosa che da un paio di attende in frigo.
Togliendo il celofan dall'apertura inquadro subito lo scolaro a prima vista; penna rossa alla mano sono pronto al primo voto; quello che si porterà dietro sino alla morte, o sino a quando deciderà di abbandonare gli studi.
Bilancio:
- La consistenza: è variabile; nel senso che cola se rovesci il barattolo, spandendosi come un fluido qualsiasi; ma se la butti nello scarico devi chiamare gli artificieri per fartelo sturare. Questo perché, alla faccia della passata, non è stata passata. Grossi pezzettoni di pomodori galleggiano nel barattolo, emergendo da un "sugo" rosso denso.
- L'odore: è assente. Non c'è aroma. Non profuma di campo, non odora di pomodori; niente. Non puzza nemmeno; e questa è una cosa grave.
- Il sapore: aspro; ho assaggiato una goccia di questo tomaten dopo aver aperto il barattolo; niente di così malvagio ma, Dio mio, quanto è aspro!
«Ce la mette tutta ma non si impegna»; il mio giudizio è un po' come gli ossimori linguistici che si divertono a scodellare i professori durante i colloqui; e come molti professori mi compiaccio di aver detto una cosa senza senso ma che la mia licenza peripatetica mi consente di dire.
Ma proprio sul finire dell'ultimo atto, come in tutte le fiabe, il lieto fine arriva con il bacio di un'amante che trasforma la bestia in pasta. L'amante del mio tomaten tedesco si chiama Grana, e ha visto in Toamaten qualcosa che la società ha sempre represso a suon di giudizi esteriori, superficiali.
nda. e me l'hanno portata assieme al sugo italiano di cui poco sopra
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